lunedì 11 giugno 2012

11 giugno - Milano : racconto 7, 8, 9 e 10 giugno

7 giugno : Ripa di Seravezza - Vernazza ( 75 km )
La mattina del 7 sono partito con molta calma, sia perchè quando arrivo in una casa cerco di recuperare un po' del sonno perduto ma questa volta anche perchè assieme a Riccardo ci eravamo accorti che il portapacchi del bauletto stava cedendo ( dopo tutte le buche e le strade terribili che ho fatto c'era da aspettarselo ) così abbiamo serrato tutti i bulloni e sistemato il tutto.
Per raggiungere la Liguria, come consigliato da Riccardo non ho fatto l'aurelia che ormai percorrevo da
quasi 400 chilometri ma ho fatto la litoranea fino a La Spezia, almeno era una strada un po' più varia.
A La Spezia dopo un paio di rifiuti ormai inevitabili al Nord sono entrato nel porto turistico Mirabello, il nostromo assieme agli "uomini del porto" mi hanno accolto e fatto caricare il motorino, una barista prima di loro alla mia richiesta aveva detto che nessuno li aveva mai chiesto una cosa del genere, e ci credo, e quindi non sapeva come comportarsi ! Sono così belle le novità e le cose inaspettate, perchè tirarsi indietro ?
A La spezia ho fatto il mio giro e un po' prima delle 15, seduto su una panchina nella bellissima scalinata della Cernaia ( una Montmartre italiana ) sono intervenuto in una diretta radiofonica con Radio Rai Sender Bozen per parlare della mia avventura, è stato piacevole.
Lasciato il porto e La Spezia sono entrato nelle cinque terre; già la prima salita, lunga e ripida mi ha fatto capire cosa mi sarei dovuto aspettare più avanti.
Ho saltato Portovenere e mi sono fermato al primo paese, Riomaggiore, meritava, un vero gioiellino però c'erano già troppi turisti che impedivano di apprezzare appieno il posto; molti potrebbero dire che anche io sono un turista ma non mi sento tale, forse perchè non invado i posti che visito ma cerco di rispettarli e di apprenderne lo spirito e la cultura e quando entro in contatto con gli abitanti credo di farlo più profondamente di come fa il classico turista, diciamo che mi definisco un viaggiatore e non un turista, potrebbero sembrare quasi la stessa cosa ma ci sono differenze, ognuno veda quelle che vuole.
... Tornando sulla strada, dopo Riomaggiore sono risalito sulla via principale ( perchè alle cinque terre e in quasi tutta la costa ligure che ho visto la strada non passa per i paesi ma rimane un po' più in alto e ad ogni paese c'è il collegamento con una stradina unica che scende verso il mare, poi per proseguire bisogna risalire e tornare sulla strada principale ) e ho fatto una salita ripidissima fino a Volastra, seconda solo a una salita fatta in Basilicata.
Dopo un poprietario di un hotel che aveva paura che il mio motorino li facesse saltare tutto il generatore ho trovato una persona più ragionevole che ha sfatato la tirchieria dei liguri, un ristoratore che mi ha dato volentieri una mano, nell'attesa ne ho approfittato per camminare ( per chi non lo sapesse io amo camminare in mezzo alla natura o comunque per i sentieri ) e le Cinque Terre in questo offrono tanto, ci sono una serie di percorsi panoramici che collegano i vari paesi passando per vigneti a picco sul mare, boscaglie e uliveti.
Passata ora di cena ho proseguito per le Stradine e come immaginavo sono arrivato in un punto in cui la strada era chiusa per i danni dell'alluvione dello scorso ottobre, a La Spezia mi avevano detto che dove le strade erano chiuse si poteva passare lo stesso perchè c'era una strada di servizio, io mi sono fidato e sono entrato.

Era sera, la luce era debole  e davanti a me apparivano cumuli di detriti e crepe nel cemento, avevo la pelle d'oca, passare di là è stato proprio un pugno allo stomaco, vedere che dopo 8 mesi le condizioni erano rimaste invariate, c'erano ancora massi e tronchi in mezzo alla strada ( ma quanti mesi ci vorranno per toglierli ? ) 2 chilometri più avanti la strada era stata mangiata dalla valanga di fango, proseguiva nel vuoto e io sono tornato indietro atterrito da ciò che avevo visto.





In tarda serata sono arrivato a Vernazza, uno dei paesi più colpii dall'alluvione, era buio e percorrere la strada verso il paese è stata veramente dura, l'atmosfera era spettrale, ai lati della strada dove adesso scorre nuovamente tranquillo il torrente si intravedeva il disastro che era stato compiuto.
Arrivato in paese, a parte una trattoria in fondo alla via che era aperta tutto era deserto, molti locali e negozi erano ancora chiusi ma non perchè era tardi ma perchè erano ancora da rimettere a posto, l'intero paese era un cantiere, macerie e fango qua è la erano rimasti. Sono arrivato alla trattoria, mi hanno offerto una focaccia e mi sono messo a parlare con la gente de posto, parlavano della tragedia con ironia e scherzando, meglio così, ma si vedeva che ne soffrivano ancora molto, ho scoperto che le due banche erano ancora chiuse come l'ufficio postale e molti altri locali e la trattoria in cui stavamo parlando aveva aperto solo 3 giorni prima del mio arrivo, incredibile !
Più tardi il gestore ha chiuso il locale e mi ha fatto vedere come raggiungere la spiaggia per dormire, l'ingresso era bloccato da un lago di fango e melma ma sulla roccia c'era un cavo a cui aggrapparsi e avanzare, ho raggiunto così la spiaggia e ho montato la tenda.

8 giugno : Vernazza - Genova ( 120 km )
Al risveglio ho fatto un giro del paese e con mia grande gioia ho visto decine e decine di operai, del posto e non, che lavoravano instancabilmente alla ricostruzione e messa in sicurezza dei vari edifici e delle strade, questa gente è da mesi che lavora per salvare un paese e la sua gente, fantastico.
Sono partito molto presto, avevo capito che le Cinque Terre andavano affrontate con pazienza e metodo perchè il mio motorino non era in grado di percorrere queste strade, mi correggo, è stato in grado ma ogni 25-30 km era scarico !
Arrivato a un passo, credo all'altezza di 600-700 m, non sono tanti ma partendo dal mare per un motorino elettrico è troppo, si  scaricato e a spinta sono arrivato in un bar, 2 ore e poi sono tornato sull'aurelia che mi ha condotto, stavolta logicamente in discesa e fino a Chiavari la carica ha retto.
La parte più bella della Liguria, le Cinque Terre le avevo lasciate dietro di me e nonostante molte strade chiuse, la triste atmosfera che ha lasciato l'alluvione e il motorino che non collaborava mi sono comunque goduto i posti e devo dire che dopo la Basilicata, che è quella che mi ha colpito di più, è uno dei posti più belli che ho visto !
Dopo la carica, dato che era ancora pomeriggio presto ho continuato in direzione Genova e dopo altre sali e scendi sono arrivato a Santa Margherita Ligure, al terzo tentativo una trattoria mi ha fatto attaccare la signora, molto simpatica, mi ha offerto una dose da camionista di spaghetti al tonno, ero affamato e pian pano, con indifferenza ho svuotato anche il cestino del pane e tutti i grissini.
Ormai ero vicino a Genova e ho deciso di raggiungerla e andare a dormire all'ostello della gioventù, oltre al costo ridotto è anche l'unico posto che rispetto ai campeggi è aperto sempre anche di notte, la salita che portava all'ostello mi ha lasciato a piedi, 10 metri dietro a me è apparso il salvatore, un motociclista che vedendo la situazione si è fermato, li ho spiegato la mia avventura e che ora dovevo raggiungere l'ostello, lui mi ha detto che c'erano altri 2-3 chilometri di salita e data l'ora non avevo voglia di spingerlo.
Ho deciso così di parcheggiarlo lì in strada e Pietro ( il motociclista ) mi ha fatto montare in sella alla sua moto e con i bagagli mi ha portato fino all'ostello, ci siamo salutati e in un attimo sono entrato nella mia camerata, ho fatto il letto con gli occhi che mi si stavano chiudendo per la stanchezza e mi sono buttato sul materasso.

9 giugno : Genova - Isola del Cantone ( 60 km )
Sabato mattina, tranquillamente mi sono svegliato, sono uscito dall'ostello e mi sono avviato a piedi giù per la discesa che avevo fatto ieri sera, stavo andando a riprendere il motorino per portarlo all'ostello e farlo caricare.
Dopo 2 ore di giri non riuscivo a ritrovare la strada dove avevo lasciato il motorino, la sera prima stupidamente non avevo letto la via, ero stanco e non ci ho pensato, mi sembrava così facile la strada che ero sicuro di tornare tranquillamente a recuperare il motorino.
Dopo innumerevoli tentativi e strade fatte, mi sembrava di aver passato pure quella dove avevo lasciato il motorino ( erano tante e tutte molto simili ), e l'intervento di un signore gentilissimo che mi ha fatto salire in macchina per percorrere tutte le strade della zona non sono giunto a nulla, il motorino non usciva fuori.
Ho preso l'autobus e sono tornato all'ostello, ho spiegato la situazione ai dipendenti della struttura e insieme abbiamo pensato a cosa poteva essere successo, abbiamo chiamato l'ufficio sequestri e rimozioni della polizia ma loro non l'avevano spostato, a qual punto ho pensato seriamente che me l'avessero rubato, ma era legato, scarico e pesante e in più c'è attaccata una bandiera dell'italia e tutta l'attrezzatura ( si vede che è un motorino che sta compiendo un lungo viaggio, un impresa, chi è lo stronzo che potrebbe fare una cosa del genere a un mezzo così ? )
Un ragazzo dell'ostello si è offerto di farmi fare un giro in macchina per le vie dove potevo aver parcheggiato l'Etropolis e in una viuzza stretta, alla quale nella mattinata mi ero avvicinato più volte a piedi mentre cercavo il mezzo finalmente l'ho trovato, sembrava strano che dopo tutto questo trambusto il motorino era lì fermo, immobile dove lo avevo lasciato.
Erano quasi le 17 quando finalmente ho portato il motorino all'ostello e l'ho messo in carica e per rilassarmi un po' sono sceso in centro per farmi un giro della città.
Alle 22 sono tornato all'ostello e dopo un caffè, che non bevo quasi mai ma era utile per guidare di notte sono partito, ho lasciato Genova costeggiando un fiume di cui non conosco il nome e ho preso la SP35 che mi avrebbe condotto a Milano. 
C'era qualche montagnola da superare e dopo 50 chilometri si è scaricato il mezzo, ho fatto qualche chilometro in "riserva" e fuori dal paese ho trovato un capannone, ho verificato la presenza di corrente con la batteria della macchina fotografica e ho scoperto una cosa non proprio positiva, per far arrivare corrente bisognava accendere l'interrutore generale che era collegato automaticamente con le luci esterne ( quale altro "ladro" è così stupido da accendere le luci sulla propria scena del crimine ?!? ).
Nonostante questo "piccolo" dettaglio era necessario fermarsi e caricare quindi ho srotolato la mia prolunga e l'ho lanciata al di sotto, il motorino era al livello della strada, la spina del capannone 20 metri più in basso e per raggiungerla dovevo calarmi giù dal muro !
Data la situazione potenzialmente pericolosa, stavo "rubando" la corrente con la luce accesa che illuminava me e lìintera scena, ho deciso di dormire all'addiaccio, con il materassino e il sacco a pelo e il cielo sopra di me.

10 giugno : Isola del Cantone - Milano ( 125 km )
Ieri mi sono svegliato alle 05.00 per paura di essere scoperto, ma ho notato che il motorino si stava ancora caricando ( lo avevo attaccato dopo le 01.00 ) e in più era abbastanza freddo così mi sono rimesso a dormire, alle 06.30 avevo liberato tutto e recuperato il cavo e mi sono messo in viaggio.
Dopo la bellezza e varietà dei paesaggi Liguri la strada che ho fatto mi sembrava un po' monotona, era monotona ma era la più veloce per raggiungere Milano, a Voghera ho trovato un bar  e ho caricato il mezzo, ormai ero deciso ad arrivare in giornata a Milano, ero stupito di quanto avessi fatto in fretta ( in meno di 24 ore ho fatto Genova - Milano !).
A Pavia volevo ricaricarlo per arrivare tranquillamente a Milano, la gente però non collaborava, ho chiesto a 3 o 4 locali, ho perso il conto, ma non mi hanno voluto aiutare così sono entrato nel campo nomadi, avendo camper e roulotte hanno la corrente.
Sono stati cordialissimi, ho trovato una signora che mi ha fatto attaccare alla corrente e visto che avevano già mangiato mi ha chiesto se volevo farmi da mangiare nella loro cucina, non ho accettato solo perchè non avevo fame ( erano un paio di giorni che non mangiavo quasi niente, un po' di pane, delle ciliegie e qualche frutto preso sugli alberi, non ho neanche più cucinato con il fornelletto, mi bastava questo ).
Prima di partire un gruppo di bambini ha circondato il mio motorino e uno più curioso dell'altro mi hanno tempestato di domande ! Una bambina mi guardava estasiata mentre raccontavo le mie esperienze, come dormivo e cosa facevo durante il giorno, aveva occhi sognanti e si capiva che aveva il forte desiderio di viaggiare. Ho salutato tutti e avendo letto poco prima un cartello in cui diceva Milano a 35 km pensavo di arrivarci tranquillamente, dopo un po' di strada un nuovo cartello riportava "Milano - 45 km", perfetto, non ci sarei arrivato !
Alle porte di Milano, a circa 10 km dalla casa della persona che mi aspettava, il motorino ha dato i primi segnali, ho chiesto in 3 bar, gli unici che erano aperti di domenica e 2 mi hanno risposto così :
- il primo mi ha detto : "Mi dispiace ma io non ho prese raggiungibili, ce le ho tutte in alto" e me ne ha indicata una sul soffitto vicino alla televisione" in effetti era in alto ma non voglio credere che non ne abbia al livello dei piedi !
- il secondo è stato il più stronzo e originale di tutto il viaggio, li spetta un premio, ecco la sua motivazione : "Ma lo sai che è illegale, io per legge non posso farti caricare il motorino perchè se fossi un terrorista ti aiuterei a fare...c'è una legge che lo dice" va bene che mi sono abbronzato molto stando sul motorino per un mese e mezzo ma un terrorista ! Li ho spiegato che ero italiano, capivo la lingua e non mi andava di essere preso in "giro" ( ho usato una parola più incisiva ).
Ho capito lo stile dei milanesi e ho deciso di proseguire e arrivare alla meta sulle ruote o con le mie gambe, gli ultimi 5 chilometri, in parte sotto la pioggia li ho fatti a piedi ma ho incontrato dei milanesi più intelligenti lungo la strada che mi hanno motivato ad arrivare in fondo, un signore eccitato dalla mia impresa che mi ha fatto una foto con il cellulare e voleva sapere le caratteristiche del mio motorino e le potenzialità dell'elettrico, un ragazzo che mi ha seguito per un pezzo di strada chiedendomi ogni tanto delle cose e qualche centinaio di metri prima di essere arrivato una ragazza, sbalordita da tutta la mia impresa e ogni volta che aggiungevo un dettaglio alla mia spiegazione, come dormivo, il mio spirito, quanti anni avevo...sbarrava sempre più gli occhi, il suo stupore era accompagnato da una vera ammirazione nei mie confronti che mi ha fatto piacere scoprire, non ci avevo mai pensato che potevo suscitare ammirazione in qualcuno, forse perchè mi sottovaluto e credo di fare una cosa sotto certi aspetti abbastanza "normale".
Poco prima di cena ho raggiunto la meta, è bello rivedere delle facce familiari, soprattuto durante un esperienza del genere.


Il 13 arriverà a Milano un furgone della ditta Etropolis che mi porterà a Castelcucco, in provincia di Treviso, per incontrare dei giornalisti, pianificare l'arrivo e controllare il motorino.
Poi da lì in 2 giorni ariverò a Bolzano per la fine dell'avventura !


4 commenti:

  1. Vedi che la prolunga lunga 30 metri è servita? Eh-eh, lo sapevo che avresti rubato corrente almeno una volta. Riguardo agli stronzi del bar fregatene, l'importante è la ragazza che ti ammirava e il bel piatto di spaghetti al tonno da caminista che ti hanno offerto!

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  2. Bene, ora sei arrivato. Ho letto il tuo diario nelle pagine dedicate alle tue ultime giornate di rientro attraverso il "Nord" (dalle cinque terre, che conosco bene, in poi). Certo uno spaccato d'Italia non sempre edificante..del resto in questa situazione ci siamo messi con le nostre stesse mani, pensando che le "virtù" del passato (anche un po' luoghi comuni) ci mettessero al riparo dalle miserie umane.
    Stiamo regredendo anche come collettività, oltre che come tenuta economica, e la seconda è legata alla prima..non viceversa.
    Per questo ti dico "bravo" e spero che questo tuo spirito, tanto pionieristico come semplice, ci contagi al più presto.
    Chissà se un giorno non ci si incontrerà a Bolzano.
    PS.: a settembre ci sarà a BZ una fiera dedicata all'ambiente e alla mobilità. Non puoi mancare.
    Buona vita
    Monica

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  3. Beh insomma?
    Il giro è finito?
    Oppure è esploso lo scooter?
    O si è fuso?
    O l'autore si è stufato di scrivere?
    Boh?

    Un post riassuntivo finale con le impressioni sull'esperienza?...

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